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"Nel gioco dell'originale e del suo 'doppio' mi sono presto spostato sui territori, alla ricerca di quei musicisti che mi avevano preceduto, e come me combattuto con mille difficoltà 'ambientali'. Ho incontrato Scarlatti, Jommelli, Cimarosa, Andreozzi e tanti altri che qui avevano lavorato anche per breve tempo (Monteverdi, Donizetti, Romaniello, e tanti altri). Dalle loro musiche ho tratto dapprima delle trascrizioni per pianoforte, spinetta o clavicordo. Poi, come avevo compiuto per le musiche arcaiche liturgiche, ho triturato queste trascrizioni attraverso l'elettronica, o con versioni sempre più lontane dagli originali, in modo che la fonte si confondesse con la contemporaneità del mio gesto e della mia sensibilità."